10'000 anni fa sul muro di una grotta dell’Algeria, veniva ritrovato quello che è considerato il più antico graffito rupestre che rappresenta dei segugi che accompagnano un uomo nella caccia, tenuti con guinzaglio e collare da un uomo.
Facendo un “piccolo” salto nel tempo arriviamo al popolo egiziano, infatti 7'000 Anni fa sul Nilo i primi grayoidi indossavano bande di tessuto al collo Parliamo di uno degli oggetti che è più rappresentativo del cane: il collare.
Che abbia uno scopo estetico o funzionale è qualcosa che ha sempre accompagnato i nostri amici a quattro zampe, con ruoli e fogge diverse. Soprattutto nel cani di casa, si trovano esempi di straordinari collari che avevano un uso puramente estetico (o al massimo, quando dotati di campanelli, servivano a localizzare i piccoli cani), ne troviamo esempio nel quadro di Tibero Titi “cani della famiglia De Medici nel Giardino dei Boboli”, dove tanti piccoli cagnolini portano collari ornati da gale, fiocchi e mostrine, mentre l’unico a portare un collare pratico, che lo tiene legato al guinzaglio, probabilmente utilizzato per il lavoro.
La divisione netta tra collare da lavoro e collare con funzione estetica si fa sempre meno netta con il tempo e con l’evoluzione dei materiali, a metà novecento oltre al cuoio solitamente decorato con ottone si cominciano ad usare anche altri materiali.
Negli anni’50 del novecento, in pieno boom economico, il cane torna ad essere un vezzo, in particolare c’è un boom di alcune razze come il barbone, l’elegante borzoi e il popolarissimo alano, qui i collari mantengono la loro funzione pratica, molto sottili e con poche decorazioni.
Ai giorni nostri i collari uniscono la funzione estetica con quella pratica, soprattutto nei cani di piccola taglia non è raro trovare strass e fiocchi che tempestano i collari, solitamente in plastica, di ogni colore, ma la preferenza per i collari semplici e resistenti non passa mai di moda, soprattutto nei casi dei cani da lavoro.